Messaggio per la Giornata della Commedia dell'Arte 2015

[Each year a person associated with the tradition of Commedia dell'Arte is invited to write a special message in honor of Commedia dell'Arte.  The message is translated and read at events around the world as well as published in newspapers and presented on radio and TV.]

             SULLA SCENA, FUORI DALLA  PAGINA

dedication by
GIORGIO ALBERTAZZI

 

 

Non c’è altro teatro che quello della scena, sulla scena, fuori dalla pagina. Il resto è letteratura, cioè materiale preteatro, prescenico, pretesto. Voglio dire che il copione è subalterno alla scrittura di scena o linguaggio della scena, è un sub-codice del codice complesso che è la scrittura scenica. Il teatro mortale è quello che resta sulla pagina, quello della letteratura. Chi dice di un testo: preferisco leggerlo, non sa cos’è teatro, forse lo teme, forse lo odia. Dice il Nobel Dario Fo:”Mi sento figlio di quel periodo ( si riferisce al ‘68) e di quelle esperienze perché ci spinsero a spezzare la schiavitù del testo, che già da tempo trattavamo con una certa libertà e che, da allora, è diventato solo un canovaccio su cui agire ogni sera”.

Nella Commedia dell'Arte la caratteristica principale che contraddistingue questo genere di spettacolo la si ritrova nell'assenza del copione. Gli attori, anziché imparare a memoria battute prestabilite, basano la propria interpretazione su un canovaccio e improvvisano in scena. Si è così tramandata l’idea di un possibile ponte dalla pagina alla scena: si scrive l’indispensabile, lasciando l’inesprimibile all’arte dell’attore.

Questo teatro implica un rapporto con il pubblico diverso dalla consuetudine, dalla platea da una parte e gli attori e quindi lo spettacolo dall’altra. Manifesta un rapporto di confronto e di scontro o d’intese più vitali e dinamiche, di complicità attiva. Di fare insieme “un” qualcosa. Il teatro greco, il teatro fliacico, Orfeo e Narciso: il creativo e l’esecutore, che si mischiano, s’alternano e diventano Hermes, il dio della comunicazione, Hermes l’ingannatore, il dio dei ladri. Purché tutto si materializzi sulla scena o nell’arena o dove volete sia il locus: così tutto si fisicizza, dal contenuto al sensibile, alla realtà fonica: Dal significato al significante, eccentrico rispetto al cosciente: Il teatro è l’arte del significante.

Personalmente non ho mai scritto una battuta senza sentirla detta o urlata o soffiata o stravolta da una voce, da un fiato; anzi, prima la senti, poi la scrivi. Teatro significa ritrovare quella parola udita prima di trascriverla come già accaduta su un foglio di carta.

Giorgio Albertazzi