Professor Arlecchino

Professor Arlecchino

Conferenza semiseria sulla Commedia dell’Arte

di Silvio Castiglioni

Dopo aver deposto il suo bagaglio sulla cattedra, un Professore inizia la lezione che evoca il mondo della Commedia dell’Arte, il cosiddetto teatro degli Italiani, che si afferma in Italia e in Europa tra la fine del sedicesimo e l’inizio del diciassettesimo secolo, gli stessi anni in cui fiorisce in Inghilterra il genio di Shakespeare. I patti d’affari e fratellanza fra professionisti del teatro, le prime imprese teatrali, la proverbiale abilità degli attori a improvvisare, il nuovo ruolo attribuito alle donne sulla scena. Fra arte e mestiere, professionalità e scaltrezza, compiacendo i gusti del pubblico per ‘far cassa’, senza rinunciare a gettare uno sguardo disincantato sulla società del tempo, affiora la condizione precaria e perfino disperata delle compagnie di teatro italiane, un teatro di pezzenti, nomade per forza sulle strade d’Europa.

Oggi la fama della Commedia dell’Arte è legata soprattutto alle maschere. Ed effettivamente i personaggi identificati dall’uso della maschera, da Pantalone ad Arlecchino, erano figure ricorrenti negli spettacoli di Commedia. Spudorati nell’esibire gli appetiti del corpo e abili nel superare la barriera delle lingue, gli attori con maschera erano molto popolari, gareggiavano in virtuosismo ed erano contesi dalle grandi Compagnie

La nostra conferenza però, iniziata con le migliori intenzioni, finisce col degenerare. Le maschere custodite dal Professore prendono il sopravvento, e con rumorosa animalità, e la forza disarmante della loro innocenza, ne insidiano il ruolo e la dignità. Finché lo stesso Professore si lascia tentare dal desiderio di indossare i panni di un indomito e caotico Arlecchino che si abbandona a qualche numero grossolano prima di far rivivere un antico canovaccio.